Joël Dicker ne La scomparsa di Stephanie Mailer mette sul tavolo tutte le carte in gioco. E poi...

COMO - La scomparsa di Stephanie Mailer, di Joël Dicker (© 2018 La nave di Teseo, 708 pagine). Di questo autore ho già letto “La verità sul caso Harry Quebert” che trovai splendido. E anche questa volta devo dire che non sono rimasta delusa. Trovo incredibile la capacità di Dicker di protrarre un giallo per così tante pagine, senza mai cadere.

Tutto è concatenato, assolutamente logico, ben pensato, ogni tessera combacia a quella precedente. In tutto il romanzo aleggia la stessa suspense e la stessa curiosità che porta il lettore a proseguire nella lettura, senza mai annoiarsi.

Anzi, ci viene facile essere travolti e trovarci a fare congetture, per poi scoprire quanto ci siamo avvicinati alla realtà.

Il modo di scrivere di questo autore è metodico: è come se mettesse sul tavolo tutte le carte in gioco, una dopo l'altra.

In questo romanzo i protagonisti sono essi stessi che scrivono brani della loro storia parlando in prima persona; mentre, quando si tratta della vicenda vera e propria, sono integrati nel romanzo.

La vicenda si svolge su due piani: la parte che è accaduta nel 1994 e quella che sta avvenendo nel 2014.

Pertanto, spesso, si fanno salti temporali per vedere cosa accadde e tornare a quanto sta accadendo.

Il tutto è scritto con leggerezza, al lettore non pesa mai nessuno degli episodi narrati.

Solo nelle ultime pagine c'è una sorta di accelerazione che ci porterà alla verità vera, quella che per tutto il romanzo si è cercata, mentre c'era chi faceva di tutto per sviare le indagini.

Il romanzo ha inizio con l'apparizione di Stephanie Mailer, una giornalista, che contatta il detective che, venti anni prima, aveva risolto un caso avvenuto nella cittadina di Orphea. Erano state trucidate 4 persone: una ragazza che faceva jogging e l'intera famiglia del sindaco.

La giornalista svela al detective che, allora, avevano preso la persona sbagliata.

Stephanie scompare e, pochi giorni dopo, viene trovata morta.

Il detective si riunisce al collega di allora e, con la vicecomandante in carica, riaprono l'inchiesta.

Tutto pare ruoti intorno al festival teatrale che ogni anno ha luogo nella cittadina.

Ci saranno nuovi omicidi, pare che l'assassino sia davvero ancora in libertà e stia facendo sparire tutte le persone che possono fare luce sul passato.

Quando ormai mancano poche ore a che l'indagine chiuda e venga archiviata per sempre, la svolta.

Incredibile come, la giornalista morta, sia tanto presente e importante in tutto il libro, anche se l'abbiamo conosciuta solo per pochi istanti.

Trovo la penna di Dicker fantastica, è un narratore nato con una marcia in più.

di Miriam Ballerini

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