VALMONTONE - Nella parte antica della città di Valmontone, troverete particolari architettonici del medioevo, nella Piazza maggiore c’è la Chiesa la Collegiata, è molto interessante visionare anche Palazzo Doria per il cortile barocco. Durante l’ultimo conflitto nemmeno la Chiesa di Sant'Antonio riuscì ad avere scampo dai bombardamenti e vedere le foto di quel periodo specialmente del centro storico distrutto, mettono angoscia.
Il Palazzo che apparteneva al bisnonno era rimasto in piedi solo il piano terra dove anticamente c’era il forno e la legnaia, ed il primo piano. La parte che aveva ereditato mio nonno era stata distrutta, insieme a tutti i suoi ricordi. C’era anche un percorso sotterraneo che portava alla Chiesa della Collegiata, anche quello è ancora bloccato. Morendo mio nonno negli anni 1950, il fratello Enrico chiese agli eredi di non ricostruire il piano superiore, aveva paura che crollasse tutto.
Mia nonna Anita Collodi mi raccontava, che al primo piano nei saloni venivano organizzate bellissime feste danzanti, dove partecipavano gli ufficiali in divisa. Il palazzo ricopre una superficie molto ampia, è un isolato di case, Molto bello. Il bisnonno Giuseppe Ballarati aveva pensato ai suoi due figli e alle generazioni future. Desiderava che loro abitassero vicini. Mio padre Raffaello, amava molti i suoi zii ed i suoi cugini. Li frequentava molto. Ci portava in giro, tutte le domeniche, per visionare i paesi intorno a Roma e spesso andava a trovare zio Enrico, (che fu eletto Sindaco nel 1948) era molto stimato ed amato. Lui era sempre impegnato, come il padre ad aiutare le persone e a lottare per loro. Spesso era nominato Presidente di seggi elettorali e lui chiamava mio marito, perché come segretario, voleva solo lui e non si fidava di nessun’altra persona.
Enrico Ballarati alla morte del padre, proseguì a scrivere e a stampare il giornale. Era uno dei primi quotidiani ad occuparsi in Italia della condizione dei contadini. Il primo numero della rivista, intitolata “La difesa del contadino”, uscì il 1 febbraio 1906. Valmontone, ha degli ottimi collegamenti con la Capitale e per questo motivo, è una delle città più importanti della provincia romana. Le sue famose colline e la sua vicinanza al fiume Sacco, la rende ricca di sorgenti d’acqua.
Da piazza Giuseppe Ballarati, dove c’è la casa, da lì si vede un favoloso panorama, dove mio nonno Achille aveva vissuto la sua infanzia ed aveva ereditato, essendo il primo figlio maschio, l’appartamento più bello del palazzo. Mi ricordo che il nonno andava spesso a Valmontone, per curare i suoi terreni e le altre proprietà, ma anche per non lasciare sole le sue sorelle Ada e Carmelina. Lui si era trasferito a Roma, perché la nonna faceva la maestra e lui era Direttore del Banco di Sicilia dell’Ufficio Cambi a Piazza Colonna, ma non riusciva a stare lontano dalla città e andava in vacanza con moglie e figli nella ex tenuta di caccia, dove era stato ospitato Garibaldi.
Lui il primo figlio maschio ha avuto il privilegio di avere il legato lasciato da un Ballarati che andava solo ai primi figli, unica condizione si dovevano chiamare Achille e il figlio Giuseppe e permetteva di studiare nei scuole esclusive dell’epoca. Ma tutti i fratelli di nonno riuscirono ad emergere, zio Enrico era un noto veterinario, zio Ottorino Notaio, zia Ada giornalista. Quanti ricordi, che mi passano nella mia mente per quella città che non dimentica e ricorda con tanto amore quello che ha fatto il mio bisnonno. Lui dedicò tutta la sua breve vita all’emancipazione delle classi meno abbienti.
Anna Maria Ballarati
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