Cantautorato italiano e malinconia con Kessy Fa, band che racconta il mondo con semplicità e ironia

ROMA - L’acustic band toscana dei  Kessy Fa. Colpiscono per originalità e minimalismo, il trio acustico Kessy Fa, che esalta il cantautorato italiano e la malinconia che li accompagna. Nicola Sandri alla voce e chitarra acustica e cori, Claudio Vestrini alla voce e chitarra acustica e Ben Zenner Den al cajon, raccontano il loro mondo con semplicità ed ironia.

Li ho incontrati, e per conoscerli meglio gli ho posto alcune domande.

Nicola, lei che è stato il fautore iniziale di questa band, ci racconti un po' come e quando è nata...

Noi tre avevamo avviato un progetto insieme ad altri musicisti che poi non ha avuto una lunga vita. Dopo qualche mese decisi di ricontattare i ragazzi del gruppo per provare a fare qualcosa insieme, e ci siamo ritrovati noi tre, e successivamente grazie a qualche prova, abbiamo deciso di avviare questo progetto. Inizialmente suonavamo cover anni 80-90, poi di comune accordo abbiamo iniziato a  comporre materiale nostro.

Per la creazione dei vostri brani, a chi vi ispirate?

Beh, è difficile rispondere a questa domanda, la composizione dei nostri pezzi avviene direttamente in sala prove dove uno di noi propone un giro di accordi, un riff o una melodia e da lì cominciamo ad aggiungere tutti gli strumenti, a fare le eventuali modifiche, a suddividere strofa e ritornello. A seguire   passiamo ai testi, gli assoli di chitarra e tutte le altre rifiniture”. Ovviamente ognuno di noi ha le proprie influenze musicali, ma durante la composizione cerchiamo di adattarci alla canzone per evitare che le diverse influenze musicali possono causare la creazione di più fattori che non combaciano bene tra di loro

State lavorando al vostro primo progetto discografico dal titolo “La strada del non so”, cosa ci può dire in merito?

Sono molto contento di vedere che un progetto nato quasi per divertimento stia prendendo forma. Arrivare alla decisione di comporre pezzi nostri è stato un caso. Durante una delle prove, finito di suonare avanzava un po’ di tempo, mentre stavamo ridendo e scherzando, abbiamo iniziato a “prenderci in giro” tra di noi in maniera ironica tenendo un giro di accordi casuale. Poi abbiamo tolto le parole ironiche e abbiamo lasciato la parte strumentale e abbiamo visto che non era male. Da lì abbiamo deciso di provare a comporre cercando di creare e scrivere canzoni su varie tematiche. Abbiamo già composto qualche canzone e continuiamo a lavorare perché questo progetto vada avanti.

Quali sono le regole fondamentali per qualsiasi band dal momento che si forma?

Allora, sicuramente mettere in chiaro quali sono gli obbiettivi del progetto e decidere come lavorare. Se si vuol eseguire cover c’è un tipo di lavoro da fare, se si vuol creare  pezzi propri ce n’è un altro e così via per ogni altro tipo di gruppo che si vuol metter su. Poi è importante non correre troppo specie all’inizio anzi, è bene fissare dei piccoli obbiettivi per vedere se si è in grado di raggiungerli e a quel punto si cresce piano piano. Credo sia giusto anche la scelta dei ruoli, specie nelle band in cui ci sono più strumenti, dove si

di Maurizio Piccirillo

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