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Corte dei conti |
ROMA - Sull'Expo di Dubai la Corte dei conti italiana ha comunicato che l'immagine dell'Italia è stata valorizzata ma che ci sono anche criticità da correggere. La partecipazione italiana all'Esposizione Universale di Dubai nel 2020, manifestazione che ha registrato la presenza di 191 nazioni e 24 milioni di visitatori, ha consolidato l'immagine del nostro Paese nel mondo e creato nuove opportunità per l’economia nazionale, ma le criticità emerse dalla gestione amministrativo-contabile della struttura commissariale richiedono correzioni in prospettiva dell'ulteriore presenza italiana alle future Esposizioni Universali. È quanto afferma la Corte dei conti nell'analisi che la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ha approvato con delibera della Corte dei conti n. 88/2024/G, esaminando i risultati della partecipazione dell'Italia all’Expo Dubai 2020 sul versante delle iniziative adottate dal Commissariato generale di sezione e su quello dei potenziali ritorni economici e diplomatici connessi agli attesi aumenti nell'export delle Piccole e medie imprese, ai maggiori investimenti da e verso l'estero, alle nuove partnership finanziarie, alle opportunità di rilancio del turismo in Italia, nonché alla collaborazione internazionale in ambito scientifico-tecnologico e alle dinamiche legate alla mobilitazione universitaria.
Mancato impiego degli stanziamenti di bilancio
Le carenze riscontrate nella composizione quantitativa e qualitativa del personale impiegato - rileva, tuttavia, la Corte dei conti - hanno impattato sulla gestione amministrativo-contabile della struttura commissariale, contraddistinta da molteplici criticità. Tra queste, anche la totale commistione amministrativa dei fondi pubblici (46,2 milioni di euro stanziati dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale) e di quelli privati (come le sponsorizzazioni), che non ha permesso di appurare con certezza quanta parte dell'avanzo annuale e finale della gestione (quest'ultimo, pari a 6,94 milioni) sia da ricondurre al mancato impiego degli stanziamenti di bilancio, piuttosto che all'attività di fundraising. Tra le raccomandazioni formulate, dunque, dai giudici contabili, l'impiego di personale numericamente adeguato e professionalmente idoneo a fronteggiare impegni organizzativi complessi, l'applicazione coordinata delle disposizioni normative di riferimento, la predisposizione di dettagliati programmi di spesa, in relazione agli obiettivi fissati e all'esigibilità degli impegni da assumere, nonché la gestione separata delle risorse statali e dei proventi da raccolta fondi.
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