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Barbara Bellani, curatrice della rubrica Scrittura d'autrice |
CASERTA - Con Barbara Bellani e CinqueW News in un Viaggio Letterario alla Scoperta delle Voci Femminili del Novecento Italiano. Il Quaderno proibito di Alba De Céspedes. Quello che le donne non dicono. Esiste qualcosa di più potente e destabilizzante, per una donna, di un viaggio dentro di sé? È questa la sensazione che accompagna Valeria dal giorno in cui decide di comprare un quaderno e farne, di nascosto, il suo diario. Ha poco più di quarant’anni, Valeria, e sembra avere avuto tutto dalla vita: un marito, due figli, una casa, un impiego sicuro. Tutto, tranne una voce. Ma poco importa. Nell’Italia degli anni Cinquanta sono in tante a non averla. Per le donne non sembra indispensabile avere una voce. O un’ identità. Così come un nome o un cognome proprio. È importante avere una famiglia, assumersi il compito di tramandarne l’etica, proteggerne l’istituzione. Costi quel che costi. Per tutti, ormai, Valeria, è solo la mamma. Anche per Michele, suo marito. E, come la maggior parte delle madri di allora, vive immersa in un eterno presente di incombenze quotidiane e lavoro di cura, dal quale il futuro, i sogni, i progetti, devono essere lavati via come se fossero macchie sul pavimento.
Le parole riempiono i fogli bianchi
A meno che non siano il futuro, i sogni, i progetti degli altri. Eppure, quel pomeriggio, tornata a casa con il quaderno nascosto sotto il cappotto, Valeria comincia a intuire la differenza che separa i sogni dai desideri. Al desiderio non ci si può sottrarre, così come alla propria coscienza. Prima o poi entrambi vengono a chiedere il conto. Così inizia a scrivere, senza riuscire a fermarsi. Attenta a non farsi vedere. Cercando di non farsi scoprire. Come se si stesse abbandonando ad un desiderio proibito. Il più proibito di tutti. Soprattutto per una donna. Il desiderio di sé. Le parole riempiono i fogli bianchi, allargando, giorno dopo giorno, lo spazio della sua esistenza. Improvvisamente ci sono porte da cui uscire, finestre da spalancare, strade da percorrere. La scrittura non è più solo ricordo o testimonianza, ma strumento di consapevolezza. La scrittura diventa futuro. E mette in crisi tutto: il suo matrimonio, il rapporto con la figlia Mirella e l’intero universo valoriale al quale aveva inconsapevolmente aderito e costruito la sua identità.
I romanzi Nessuno torna indietro e Dalla parte di lei
Nel 1952, quando Quaderno proibito viene pubblicato per la prima volta da Mondadori, dopo essere uscito a puntate sul settimanale La Settimana Incom, Alba de Céspedes ha quasi la stessa età della protagonista del suo romanzo. È già un’affermata scrittrice che ha attraversato la seconda guerra mondiale, l’esperienza dell’antifascismo e della Resistenza, animata dal desiderio di contribuire, attraverso il proprio lavoro intellettuale, alla costruzione di una società nuova in cui, anche per le donne, possano spalancarsi spazi di possibilità. Divenuta nota al grande pubblico a seguito del grande successo dei romanzi Nessuno torna indietro e Dalla parte di lei, pubblicati a distanza di quasi un decennio l’uno dall’altro, nel 1938 e nel 1949, fin dall’inizio aveva dedicato la sua produzione letteraria all’indagine della condizione femminile attraverso il suo complesso rapporto tra memoria storica e memoria d’origine. Con questo romanzo, ripubblicato recentemente da Mondadori, indaga a fondo le contraddizioni dell’Italia del boom economico, denunciando le difficoltà che, ancora oggi, le donne incontrano a far coincidere il ruolo che la società vorrebbe imporre loro con la legittima aspirazione alla realizzazione di sé, arrivando, talvolta, al punto di chiedersi quale sia il prezzo da pagare per scoprire chi si è veramente.
di Barbara Bellani
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