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Maria Sofia Wittelsbach |
CASERTA - Giovedì 22 maggio 2025, alle ore 17,30, nella Sala degli Incontri d’Arte alla Reggia di Caserta, “Niente è perduto! Maria Sofia Wittelsbach, la regina senza Regno”, per i tipi di Pacini Fazzi Editore, l’ultimo libro di Nadia Verdile. Saranno Tiziana Maffei e Manuela Piancastelli a presentare il libro di Verdile, le letture a opera dell’attrice Rita Raucci e le immagini di Ciro Faraldo.
Prefazione della direttrice della Reggia di Caserta
«La penna sapiente e appassionata di Nadia Verdile – scrive nella prefazione la direttrice della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei - ci regala un’altra suggestiva rappresentazione dedicata alle reali figure femminili del Regno di Napoli. Donne nell’immaginario collettivo legate alle favole, alle opportunità offerte dalla ricchezza e al presunto possesso di potere ma, in realtà, molto spesso schiacciate dalle ragion di Stato, dai pesanti destini, raramente consapevolmente scelti quanto piuttosto responsabilmente vissuti. I trecento anni dalla nascita di Maria Amalia di Sassonia celebrati nel 2024 con Portami a Napoli. Maria Amalia di Sassonia. Due regni e una città nel cuore, vedono quest’anno la pubblicazione di Niente è perduto! Maria Sofia Wittelsbach la regina senza Regno. Un omaggio per i cento anni dalla morte della regina più amata, nonostante la durata brevissima del suo trono, del Regno di Napoli: Maria Sofia Wittelsbach di nascita, Borbone per matrimonio».
Un centenario che a Nadia Verdile serve a ricordare la donna prima che la regina
«Credo che nessuno avrebbe potuto raccontare Maria Sofia meglio di Nadia Verdile. Perché Maria Sofia le somiglia: Nadia – scrive nella postfazione Manuela Piancastelli, giornalista e scrittrice - sa cadere e sa rialzarsi, sa ascoltare e sa ascoltarsi, sa credere e sa combattere per le sue idee, anche quando sa che non la spunterà. Una capacità unica di essere contemporaneamente dura e tenera, giornalista che riferisce della realtà con passione e distacco (mix difficile, non impossibile) ma che cerca di modificarla (penso alle sue battaglie per la Reggia di Carditello) e scrittrice capace di penetrare con tenerezza nel cuore dei “suoi” personaggi. Suoi perché nel momento in cui decide di scriverne, i due ruoli si confondono e una vera e propria mutazione avviene in Nadia che diventa il personaggio stesso. Questo libro è molto più di una biografia. È un romanzo storico, per come lo intendeva Manzoni, il cui statuto si basa su una sorta di promessa implicita da parte della scrittrice di limitare la propria libertà inventiva sottoponendola al vincolo della verità storica. Il lettore deve stilare, in questo senso, un vero e proprio patto di fiducia con l’autrice. E qui viene facile, perché Nadia Verdile sostiene la sua scrittura creativa con una enorme quantità di documenti storici. Non inventa nulla, tutto è dimostrabile, tutto è vero. Compie il miracolo di mettere insieme la freddezza documentaria con il pathos del romanzo. Il tutto con una scrittura limpida, netta, senza aggettivi ridondanti e senza alcuna retorica».
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