Covid-19, Rosolino Cicero (Ancodis) spiega il ruolo fondamentale nella scuola di dirigenti scolastici e collaboratori
ROMA - Capisci quello che hai quando non puoi più disporne. La scuola in questo tempo di confinamento e di didattica a distanza è ritornata, ma non è mai abbastanza, al centro del dibattito nazionale. Si sono accorti dell’importanza della scuola un po’ tutti e non solo perché ne hanno riconosciuto l’imprescindibile valenza ma anche perché ne hanno sentito la mancanza.
Manca alle studentesse e agli studenti, manca al corpo docente, manca alle famiglie. A loro manca di più.
Le scuole sono macchine complesse. Non solo didattica, non solo formazione, non solo educazione. Le scuole sono luoghi di produzione, di umanità. Sono luoghi dove la cultura si fa pane e diventa cibo. Ma per fare quel “pane” c’è bisogno di molto lavoro. C’è bisogno di figure professionali di alto profilo, di competenze e saperi anche pratici, sempre complessi.
C’è una categoria di docenti che per ruolo svolge funzioni parallele a quelle dei presidi, oggi li chiamiamo dirigenti scolastici, che spesso sembrano finire nell’anonimato ma senza il cui lavoro le scuole arrancherebbero. Sono i collaboratori delle presidenze, sono i vicepresidi. Ne abbiamo parlato con Rosolino Cicero, docente di Matematica e Scienze all’Istituto Comprensivo “Giuliana Saladino” di Palermo, collaboratore primo del dirigente scolastico, presidente nazionale dell’Ancodis.
Perché è nata l’Associazione Nazionale dei Collaboratori dei Dirigenti Scolastici?
Siamo partiti dalla presa d’atto che mentre i DS ed i DSGA erano riconosciuti in proprie associazioni professionali di categoria ed anche sindacali, i Collaboratori del DS non avevano alcuna identità. Tre anni fa un gruppo di Collaboratori (noti comunemente come “vicepresidi”) decise di proporre ad altri colleghi delle scuole palermitane l’idea di una associazione che potesse dare voce al nostro punto di vista che – deve essere chiaro - non è "contro" qualcuno piuttosto "per": contribuire a rendere il sistema scuola più moderno ed efficiente anche attraverso il riconoscimento delle figure di sistema quale anello di congiunzione tra Dirigente, docenti ed Ata; richiedere l’attivazione di percorsi formativi specifici da parte del Miur; sostenere i colleghi che nelle loro scuole si trovano ad affrontare situazioni problematiche e complesse (vedi in particolare le scuole con DS reggente o con molti plessi distaccati); chiedere il riconoscimento formale e contrattuale dell’attività che svolgiamo nella collaborazione; proporre nel dibattito sulla scuola il punto di vista e le nostre posizioni sui temi di attualità sulla base della pluriennale esperienza nel campo della didattica e della governance.
Le scuole sono macchine complesse. Non solo didattica, non solo formazione, non solo educazione. Le scuole sono luoghi di produzione, di umanità. Sono luoghi dove la cultura si fa pane e diventa cibo. Ma per fare quel “pane” c’è bisogno di molto lavoro. C’è bisogno di figure professionali di alto profilo, di competenze e saperi anche pratici, sempre complessi.
C’è una categoria di docenti che per ruolo svolge funzioni parallele a quelle dei presidi, oggi li chiamiamo dirigenti scolastici, che spesso sembrano finire nell’anonimato ma senza il cui lavoro le scuole arrancherebbero. Sono i collaboratori delle presidenze, sono i vicepresidi. Ne abbiamo parlato con Rosolino Cicero, docente di Matematica e Scienze all’Istituto Comprensivo “Giuliana Saladino” di Palermo, collaboratore primo del dirigente scolastico, presidente nazionale dell’Ancodis.
Perché è nata l’Associazione Nazionale dei Collaboratori dei Dirigenti Scolastici?
Siamo partiti dalla presa d’atto che mentre i DS ed i DSGA erano riconosciuti in proprie associazioni professionali di categoria ed anche sindacali, i Collaboratori del DS non avevano alcuna identità. Tre anni fa un gruppo di Collaboratori (noti comunemente come “vicepresidi”) decise di proporre ad altri colleghi delle scuole palermitane l’idea di una associazione che potesse dare voce al nostro punto di vista che – deve essere chiaro - non è "contro" qualcuno piuttosto "per": contribuire a rendere il sistema scuola più moderno ed efficiente anche attraverso il riconoscimento delle figure di sistema quale anello di congiunzione tra Dirigente, docenti ed Ata; richiedere l’attivazione di percorsi formativi specifici da parte del Miur; sostenere i colleghi che nelle loro scuole si trovano ad affrontare situazioni problematiche e complesse (vedi in particolare le scuole con DS reggente o con molti plessi distaccati); chiedere il riconoscimento formale e contrattuale dell’attività che svolgiamo nella collaborazione; proporre nel dibattito sulla scuola il punto di vista e le nostre posizioni sui temi di attualità sulla base della pluriennale esperienza nel campo della didattica e della governance.
Quanti siete?
Parliamo di almeno 80mila docenti tra vicepresidi, responsabili di plesso, funzioni strumentali, animatori digitali, coordinatori per l’inclusione, consapevoli di meritare la giusta attenzione per il lavoro che svolgiamo quotidianamente a garanzia del funzionamento organizzativo e didattico delle autonome istituzioni scolastiche. Siamo consapevoli della necessità di una “rivoluzione culturale” in tutte le componenti Istituzionali e sindacali che dovranno riconoscere l’esistenza di un livello intermedio – chiamiamolo middle management - cosi come avviene in gran parte dei Paesi europei. Non temo di essere smentito quando affermo che i Collaboratori del DS sono importanti risorse umane e nello stesso tempo le loro esperienze maturate e le competenze acquisite sono di indubbio valore professionale.
Nei giorni delle scuole chiuse e della didattica a distanza i collaboratori dei DS hanno visto, e non è un paradosso, moltiplicare il proprio lavoro...
Credo più opportuno parlare di “attività in e-learning”. Sin dai primissimi giorni dell’emergenza, un ruolo centrale è stato assunto dal DS e dai suoi Collaboratori, dall’animatore digitale, dalle funzioni strumentali, che – sulla base delle proprie competenze - hanno messo in campo un’azione polivalente per far fronte tempestivamente alle criticità digitali della scuola (connessione e dispositivi), mettendo a sistema una matrice con i punti di forza e provando a trovare le soluzioni alle note difficoltà. Il lavoro della prima fase è stato davvero intenso con significativi tempi dedicati al confronto, alla ricerca di soluzioni, alle ipotesi da sperimentare e, non per ultimo, alle sofferenze anche psicologiche da superare. Ciascuno di noi ha dovuto far fronte a due aspetti emergenziali: come portare avanti la propria attività didattica, seppur non in presenza, e contemporaneamente progettare e definire il processo organizzativo ed esecutivo nella totale assenza di equivalenti esperienze precedenti. Ovviamente tutto questo processo organizzativo sarebbe stato vano senza la disponibilità encomiabile di gran parte dei docenti che hanno bene espresso il valore etico del ruolo schierando sul campo entusiasmo, energie, passione e professionalità oltre ogni vincolo giuridico o norma contrattuale. Lo dico senza retorica: nella Scuola italiana – con tutte le sue criticità ed ingiustizie – è emersa una comunità scolastica di donne e uomini che hanno dimostrato un grandissimo senso di responsabilità ed alta etica professionale.
Parliamo di almeno 80mila docenti tra vicepresidi, responsabili di plesso, funzioni strumentali, animatori digitali, coordinatori per l’inclusione, consapevoli di meritare la giusta attenzione per il lavoro che svolgiamo quotidianamente a garanzia del funzionamento organizzativo e didattico delle autonome istituzioni scolastiche. Siamo consapevoli della necessità di una “rivoluzione culturale” in tutte le componenti Istituzionali e sindacali che dovranno riconoscere l’esistenza di un livello intermedio – chiamiamolo middle management - cosi come avviene in gran parte dei Paesi europei. Non temo di essere smentito quando affermo che i Collaboratori del DS sono importanti risorse umane e nello stesso tempo le loro esperienze maturate e le competenze acquisite sono di indubbio valore professionale.
Nei giorni delle scuole chiuse e della didattica a distanza i collaboratori dei DS hanno visto, e non è un paradosso, moltiplicare il proprio lavoro...
Credo più opportuno parlare di “attività in e-learning”. Sin dai primissimi giorni dell’emergenza, un ruolo centrale è stato assunto dal DS e dai suoi Collaboratori, dall’animatore digitale, dalle funzioni strumentali, che – sulla base delle proprie competenze - hanno messo in campo un’azione polivalente per far fronte tempestivamente alle criticità digitali della scuola (connessione e dispositivi), mettendo a sistema una matrice con i punti di forza e provando a trovare le soluzioni alle note difficoltà. Il lavoro della prima fase è stato davvero intenso con significativi tempi dedicati al confronto, alla ricerca di soluzioni, alle ipotesi da sperimentare e, non per ultimo, alle sofferenze anche psicologiche da superare. Ciascuno di noi ha dovuto far fronte a due aspetti emergenziali: come portare avanti la propria attività didattica, seppur non in presenza, e contemporaneamente progettare e definire il processo organizzativo ed esecutivo nella totale assenza di equivalenti esperienze precedenti. Ovviamente tutto questo processo organizzativo sarebbe stato vano senza la disponibilità encomiabile di gran parte dei docenti che hanno bene espresso il valore etico del ruolo schierando sul campo entusiasmo, energie, passione e professionalità oltre ogni vincolo giuridico o norma contrattuale. Lo dico senza retorica: nella Scuola italiana – con tutte le sue criticità ed ingiustizie – è emersa una comunità scolastica di donne e uomini che hanno dimostrato un grandissimo senso di responsabilità ed alta etica professionale.
La ministra Azzolina ha preannunciato che il ritorno a scuola, dal prossimo anno scolastico, vedrà lezioni fatte metà in classe e metà in remoto. Cosa ne pensa? Perché?
Il diritto allo studio per tutte/i le/gli alunne/i dai 3 ai 18 anni deve e dovrà essere garantito nelle nuove condizioni che oggi sono ancora limitate a discutibili ipotesi. È opinione comune che la scuola del futuro sotto l’aspetto organizzativo, didattico e della sicurezza compresa quella sanitaria, non sarà affatto come prima. Già nelle prossime settimane e certamente per tutto il periodo estivo il DS con i suoi Collaboratori ed insieme al DSGA dovrà adoperarsi a programmare, definire e coordinare tutte le "innovazioni" che si renderanno necessarie al funzionamento del servizio scolastico. Dalle notizie di stampa e dal dibattito parlamentare tuttavia sembra essere dimenticata la componente dei docenti Collaboratori che si dovrà occupare oltre che dell'attività di docenza anche di organizzare - insieme al DS ed in collaborazione con il DSGA - questo immenso e certamente nuovo servizio scolastico in ciascuna autonoma Istituzione scolastica. Ci troviamo ancora una volta di fronte ad una insopportabile indifferenza al tema che speriamo si possa risolvere con un emendamento che ponga attenzione a questa oggettiva necessità. Ed in questo confido nelle donne e negli uomini di scuola presenti nelle aule parlamentari che ben comprendono il tema che poniamo.
La scuola di domani...
Concretamente per i prossimi anni scolastici penso a due azioni:
a) un nuovo modello organizzativo e gestionale (tempo scuola, flessibilità di orario secondo gli ordini di scuola e delle classi, rimodulazione dei gruppi classe sulla base di nuovi parametri di convivenza, revisione delle strutture scolastiche e del loro utilizzo, organizzazione di gruppi classe variabili, adattabilità degli ambienti di apprendimento, organizzazione e gestione dei progetti per l’ampliamento dell’offerta formativa, controllo igienico-sanitario in entrata e durante la permanenza degli alunni, monitoraggio e controllo igienico-sanitario degli ambienti scolastici, gestione del personale docente anche in COE, relazioni con i genitori, relazioni con le associazioni del territorio che hanno sempre collaborato con la scuola) delle autonome Istituzioni scolastiche nel quale ad un conferimento di incarichi in ambito organizzativo, gestionale e didattico corrisponda una condivisione di responsabilità (oggi formalmente negata) riconosciuta giuridicamente e contrattualmente;
b) una didattica fondata sulla scuola degli ambienti di apprendimento sapientemente integrata nelle emergenze a forme di e-learning.
Il prossimo anno scolastico ci costringerà a progettare forme miste di scuola e l’esperienza di questi mesi non può che essere estremamente utile. Dal Ministero ci aspettiamo chiare ed univoche linee guida per orientare le autonome istituzioni scolastiche; ci aspettiamo anche l’incremento dell’organico dell’autonomia in coerenza a quanto predisposto dagli organi collegiali e nel Ptof nel quale occorrerà – riaprendo i termini dell’aggiornamento – prevedere la nuova area “Didattica in e-learning”. Inoltre, la previsione di un’azione di tutoraggio a distanza attraverso diverse forme di contatto, anche informale e personalizzato, di assistenza nello studio e psicologica non può essere esclusa. Infine, ma non per ultimo, occorre prevedere ed attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità attraverso nuove forme di inclusione con la dotazione di dispositivi adeguatamente configurati in piattaforme capaci di favorire il dialogo tra docenti ed alunno, monitorati da assistenti tecnici specializzati in tecnologie assistive e tiflotecniche in possesso di conoscenze specifiche nelle diverse unità periferiche per disabili.
Vi chiamano vice, avete tutte le incombenze dei dirigenti scolastici, siete filtro tra la presidenza e tutto il resto del mondo che ruota intorno alla scuola, ma restate prof, e per voi non sono previsti particolari riconoscimenti. Cosa serve? Cosa è oggi più che mai necessario?
Come è ben noto a chi vive la scuola, i Collaboratori del DS con tutte le figure di sistema che svolgono ruoli di grande rilevanza per il funzionamento organizzativo e didattico delle scuole non hanno alcuno stato giuridico né riconoscimento contrattuale. Ancodis, in uno spirito costruttivo, ritiene arrivato il tempo di far sentire il punto di vista delle decine di migliaia di Collaboratori consapevoli del ruolo e del lavoro che svolgono in favore delle loro istituzioni scolastiche. A tal fine, proponiamo: a) riconoscimento contrattuale in una terza area nel prossimo CCNL scuola comparto Istruzione e Ricerca (oggi Docenti, ATA e DS) determinando profilo, attività, trattamento economico, indennità di funzione per chi sostituisce il DS assente ai sensi del vigente CCNL area dirigenziale istruzione e ricerca 2016/2018; B) il riconoscimento giuridico dei Collaboratori individuati ai sensi del comma 5 art. 25 D.Lvo 165/2001 e del comma 83 art. 1 Legge 107/2015 (scuole in reggenza, eventuale delega alla presidenza nella Commissione esami fine primo ciclo, riconoscimento del servizio ai fini pensionistici, riconoscimento del punteggio nella graduatoria interna di istituto, riconoscimento nelle operazioni di mobilità, accesso al concorso per DS); C) l’esonero del Collaboratore del DS (ex vicepreside) individuato ai sensi del comma 5 art. 25 D. Lvo 165/2001 attraverso la razionalizzazione del fabbisogno dei posti per il potenziamento; D) Percorsi di formazione obbligatoria in gestione, coordinamento, pianificazione su temi relativi ai modelli organizzativi e gestionali nella PA, al diritto del lavoro, alla gestione delle risorse umane.
Il diritto allo studio per tutte/i le/gli alunne/i dai 3 ai 18 anni deve e dovrà essere garantito nelle nuove condizioni che oggi sono ancora limitate a discutibili ipotesi. È opinione comune che la scuola del futuro sotto l’aspetto organizzativo, didattico e della sicurezza compresa quella sanitaria, non sarà affatto come prima. Già nelle prossime settimane e certamente per tutto il periodo estivo il DS con i suoi Collaboratori ed insieme al DSGA dovrà adoperarsi a programmare, definire e coordinare tutte le "innovazioni" che si renderanno necessarie al funzionamento del servizio scolastico. Dalle notizie di stampa e dal dibattito parlamentare tuttavia sembra essere dimenticata la componente dei docenti Collaboratori che si dovrà occupare oltre che dell'attività di docenza anche di organizzare - insieme al DS ed in collaborazione con il DSGA - questo immenso e certamente nuovo servizio scolastico in ciascuna autonoma Istituzione scolastica. Ci troviamo ancora una volta di fronte ad una insopportabile indifferenza al tema che speriamo si possa risolvere con un emendamento che ponga attenzione a questa oggettiva necessità. Ed in questo confido nelle donne e negli uomini di scuola presenti nelle aule parlamentari che ben comprendono il tema che poniamo.
La scuola di domani...
Concretamente per i prossimi anni scolastici penso a due azioni:
a) un nuovo modello organizzativo e gestionale (tempo scuola, flessibilità di orario secondo gli ordini di scuola e delle classi, rimodulazione dei gruppi classe sulla base di nuovi parametri di convivenza, revisione delle strutture scolastiche e del loro utilizzo, organizzazione di gruppi classe variabili, adattabilità degli ambienti di apprendimento, organizzazione e gestione dei progetti per l’ampliamento dell’offerta formativa, controllo igienico-sanitario in entrata e durante la permanenza degli alunni, monitoraggio e controllo igienico-sanitario degli ambienti scolastici, gestione del personale docente anche in COE, relazioni con i genitori, relazioni con le associazioni del territorio che hanno sempre collaborato con la scuola) delle autonome Istituzioni scolastiche nel quale ad un conferimento di incarichi in ambito organizzativo, gestionale e didattico corrisponda una condivisione di responsabilità (oggi formalmente negata) riconosciuta giuridicamente e contrattualmente;
b) una didattica fondata sulla scuola degli ambienti di apprendimento sapientemente integrata nelle emergenze a forme di e-learning.
Il prossimo anno scolastico ci costringerà a progettare forme miste di scuola e l’esperienza di questi mesi non può che essere estremamente utile. Dal Ministero ci aspettiamo chiare ed univoche linee guida per orientare le autonome istituzioni scolastiche; ci aspettiamo anche l’incremento dell’organico dell’autonomia in coerenza a quanto predisposto dagli organi collegiali e nel Ptof nel quale occorrerà – riaprendo i termini dell’aggiornamento – prevedere la nuova area “Didattica in e-learning”. Inoltre, la previsione di un’azione di tutoraggio a distanza attraverso diverse forme di contatto, anche informale e personalizzato, di assistenza nello studio e psicologica non può essere esclusa. Infine, ma non per ultimo, occorre prevedere ed attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità attraverso nuove forme di inclusione con la dotazione di dispositivi adeguatamente configurati in piattaforme capaci di favorire il dialogo tra docenti ed alunno, monitorati da assistenti tecnici specializzati in tecnologie assistive e tiflotecniche in possesso di conoscenze specifiche nelle diverse unità periferiche per disabili.
Vi chiamano vice, avete tutte le incombenze dei dirigenti scolastici, siete filtro tra la presidenza e tutto il resto del mondo che ruota intorno alla scuola, ma restate prof, e per voi non sono previsti particolari riconoscimenti. Cosa serve? Cosa è oggi più che mai necessario?
Come è ben noto a chi vive la scuola, i Collaboratori del DS con tutte le figure di sistema che svolgono ruoli di grande rilevanza per il funzionamento organizzativo e didattico delle scuole non hanno alcuno stato giuridico né riconoscimento contrattuale. Ancodis, in uno spirito costruttivo, ritiene arrivato il tempo di far sentire il punto di vista delle decine di migliaia di Collaboratori consapevoli del ruolo e del lavoro che svolgono in favore delle loro istituzioni scolastiche. A tal fine, proponiamo: a) riconoscimento contrattuale in una terza area nel prossimo CCNL scuola comparto Istruzione e Ricerca (oggi Docenti, ATA e DS) determinando profilo, attività, trattamento economico, indennità di funzione per chi sostituisce il DS assente ai sensi del vigente CCNL area dirigenziale istruzione e ricerca 2016/2018; B) il riconoscimento giuridico dei Collaboratori individuati ai sensi del comma 5 art. 25 D.Lvo 165/2001 e del comma 83 art. 1 Legge 107/2015 (scuole in reggenza, eventuale delega alla presidenza nella Commissione esami fine primo ciclo, riconoscimento del servizio ai fini pensionistici, riconoscimento del punteggio nella graduatoria interna di istituto, riconoscimento nelle operazioni di mobilità, accesso al concorso per DS); C) l’esonero del Collaboratore del DS (ex vicepreside) individuato ai sensi del comma 5 art. 25 D. Lvo 165/2001 attraverso la razionalizzazione del fabbisogno dei posti per il potenziamento; D) Percorsi di formazione obbligatoria in gestione, coordinamento, pianificazione su temi relativi ai modelli organizzativi e gestionali nella PA, al diritto del lavoro, alla gestione delle risorse umane.
di Nadia Verdile
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