Le civilissime regioni del Nord Italia affidano i propri fetidi liquami alla schiera dei diavoli usciti dall’inferno del Sud

ROMA - Cristo si è fermato a Eboli e non può proseguire. Domenica pomeriggio, 24 gennaio 2016, Radio3, dalla sede Rai di Napoli trasmettono “Zazà”, il programma culturale dedicato al Sud. Il titolo della puntata è “Paesaggi e disagi” e  si apre con la presentazione del libro  Così ti ho avvelenato, di Daniela Crescenzo e Gaetano Vassallo, Sperling & Kupfer editore. Daniela Crescenzo, giornalista de “Il Mattino”, risponde alle domande dell’intervistatore - l’altro autore, Vassallo, pentito di camorra, non so dove si trovi, la giornalista lo dice, ma è difficile cogliere i passaggi nello shock che provoca ogni sua parola.

Immondizia, rifiuti, discariche, ecco il tema. Negli anni Ottanta Vassallo gestisce la discarica del padre nella campagna tra Caserta e Napoli, mette a disposizione dei comuni circostanti le cave per i rifiuti, diventa ricco insieme ai suoi numerosi fratelli. Poi accade che dalla Toscana arrivi, tramite il boss del clan dei casalesi Francesco Bidognetti, la richiesta di eliminare a basso costo scarti industriali; Licio Gelli, implicato nell’affare, procura altri clienti fra le aziende dell’Italia del Nord.

Mentre si allacciano in nodi strettissimi i legami tra imprenditoria del Nord, camorra e Loggia P2, Vassallo diventa il ministro dei rifiuti di Bidognetti. Le sue cave si riempiono di scarti industriali, residui di concerie, oli di veicoli rottamati, scorie di lavorazioni industriali, ceneri e fanghi che sterminano gli incauti topi,  acidi che corrodono i sottostanti rifiuti e fanno spazio ad altri veleni. Le voragini si moltiplicano, i rifiuti vengono incendiati per far posto ad altri rifiuti: “la spazzatura è nascosta sotto le strade in costruzione e nelle fondamenta dei palazzi, i liquami si usano per irrigare i campi. Boss e imprenditori lavorano indisturbati, perché chi dovrebbe controllare è sul libro paga dei clan, e l'affare diventa sempre più sporco e redditizio, fino alla beffa dell'intervento del governo che, per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania, sovvenziona gli stessi camorristi”.

Sostenere questa intervista è impossibile, sarei tentata di spegnere la radio, qui si narra di gironi infernali della corruzione, di mancanza di bellezza, di vita. Qui non c’è rispetto per sé stessi, per la propria terra, ma non è questo che mi colpisce, ora. Mi colpisce che tutti quei proprietari o responsabili delle industrie della Toscana, delle civilissime regioni del Nord Italia affidassero i propri fetidi liquami alla schiera dei diavoli usciti dall’inferno del Sud. Mi colpisce la cattiva coscienza, la nulla coscienza, la spregiudicatezza con cui una parte dell’Italia tratta l’altra Italia. Perché non sfuggiva, certo, agli abitanti dell’Italia più evoluta, operosa, dell’Italia “per bene” dai dialetti  come un frullar d’ali diverse - non sfuggiva, appunto, che risparmiare sullo smaltimento dei rifiuti, affidare a buon prezzo veleni non trattati a “quelli del Sud” significava prosperare sulla disgrazia di un’altra parte dell’Italia. Cristo s’è fermato a Eboli, e su quelle terre i crocefissi si vedono ovunque.

di Pia Di Marco

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